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giovedì 12 luglio 2012

Se sei una troia e tu lo sai, batti le mani. ( di @questocazzo )

“Le donne si dividono in due gruppi: le troie e le pure. Le troie sono troie e le pure pure.”
Qualche tempo fa ho twittato questa frase e mi hanno scagliato addosso decine di stelline e un numero di RT superiore a quello delle citazioni attribuite accazzodicane a Jim Morrison, motivo per cui ho deciso di approfondire la questione. Naturalmente, confido nella vostra intelligenza e mi sembra anche superfluo specificarlo, solo una donna può dire che le donne sono puttane. Qualora dovessi sentire/leggere un uomo sostenere la stessa tesi, potrei decidere di cavargli i reni dalla gola o mangiargli la testa semplicemente perché sì.
La parola “puttana” in tutte le sue sfumature di significato e in ogni sua variante e sinonimo è entrata ormai nel vocabolario fondamentale come il più semplice e immediato insulto contro un individuo di genere femminile, ma vi siete mai chiesti il perché? Perché è vero. Se dai della troia a una donna, è sicuro che non sbagli perché, in qualche modo, ogni femmina ha in sé l’essenza meretricia. Il punto è: quanti tipi di buttane esistono?

  1. La lucidaciolle per vocazione: ingiustamente condannata dai più, la lucidaciolle per vocazione ha l’unica colpa di amare il cazzo più della propria madre. Non ce la fa a scegliere un pene con cui condividere un periodo relativamente lungo di tempo, ha bisogno di cambiare sempre, continuamente, senza sosta. Ha bisogno di provare, di sperimentare, perché un giorno senza un cazzo diverso è un giorno perso. (semicit.) Praticamente è l’uomo medio, però con la vagina.
  2. La lucidaciolle pentita: non è che non le piaccia più il cazzo. È che ha trovato un uomo che non ha tentato di buttarglielo al culo un quarto d’ora dopo averle chiesto il nome in discoteca, che si è fatto inconsapevolmente desiderare e quindi si è innamorata. Non rinnega i trascorsi da lucidaciolle per vocazione, ma “adesso sono cambiata”. E invece gnente, quando il tipo la molla, se ne torna a fare l’amica degli uccelli in grazia di Dio.
  3. La dieci-cento-mille: non passa da una mazza all’altra che manco Tiger Woods (al contrario della 1. La lucidaciolle per vocazione), ma vuol far credere di sì. Le piace mostrare, esagerare, ostentare un’esperienza e attività sessuale decisamente superiore a quella che realmente ha. Se le racconti qualcosa, lei l’ha già vissuta 10 anni prima di te e ti fa pure la lezioncina su come avresti dovuto fare perché lei lo sa, l’ha fatto prima e l’ha fatto meglio. Sempre.
  4. La wannabe: è una troia in potenza. Vorrebbe, ma non riesce a farselo dare. Magari perché è bruttina o è proprio un roito. Però quando ne trova uno deve scontare tutti gli arretrati. Non gli lascia scampo, non gli dà tregua. Non importa dove, non importa quando: può prenderti all’improvviso, sbatterti in un vicolo cieco e succhiarti l’anima* (*in Swahili, lingua bantu niger-cordofaniana, “anima” vuol dire “cazzo”).
  5. La prova a prendermi: tutte almeno una volta hanno almeno rischiato di finire in questa categoria. Se Jesus non ti assiste, ci cadi dentro e non sai quando ne esci. La prova a prendermi è una povera sventurata che sta cercando qualsiasi strada possibile per scappare dal ricordo dell’ex, o di un amore non corrisposto, o di un figlio della merda che le ha strappato il cuore per usarlo come sottobicchiere. E la strada che ha scelto di imboccare fa tappa nel letto di altri individui pisellomuniti di cui non se ne fotte un’allegra minchia, ma che hanno il compito di lavare un po’ per volta lo schifo che si trascina dietro.   

Dopo questi primi 5 punti abbiamo capito che avremmo rischiato di risultare quasi simpatici ai vostri occhi. Così, onde evitare situazioni di questo tipo, abbiamo deciso di fermarci qua e rimandare a domani l'appuntamento con la seconda parte del post.

Sucate.

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